In Liguria il paesaggio terrazzato è ovunque!
Le terrazze - qua chiamate fasce o piane - compaiono già a pochi metri dal livello del mare, nelle periferie dei borghi costieri, per risalire su colli e monti, domando e plasmando gli acclivi.
I terrazzamenti coprono il 60% di tutta la regione per oltre 40.000 km di lunghezza, ben più della muraglia cinese. Milioni di tonnellate di pietre rosicchiate alla montagna e impilate, per formare talvolta minuscoli fazzoletti di terra coltivabile, sono un grande monumento alla fatica plurisecolare dei suoi abitanti. Per guadagnarsi di che sopravvivere i contadini di mare hanno ricavato superfici modificando l’aspetto dei versanti collinari e montani.
In principio si coltivavano cereali come grano e segale, legumi, fagioli e patate, alberi da frutto come fichi, meli, peri, sorbi. La coltura che ora fa da padrone, quella dell’ulivo, è arrivata successivamente per raggiungere la sua massima espansione solo nel 1700 - 1800 diventando dominante in pressoché tutto il ponente ligure, mentre nel levante era complementare a quella di orti e vigne. Vi erano inoltre terrazzamenti dedicati al pascolo e alla coltura del castagno, specialmente nelle quote più alte, prima che le piane lasciassero spazio ai boschi.
Se tutti i muri sono stati realizzati durante un certo ciclo economico dove a prevalere era una economia di sussistenza, quando questo sistema è andato in crisi, con lo sviluppo delle industrie e la fuga dalle campagne, ne è conseguita una lenta ma inesorabile devastazione del paesaggio terrazzato. Sarebbe dunque scorretto parlare di rinaturalizzazione.
Il terrazzamento del territorio è una sorta di peccato originale, da cui non è più possibile tornare indietro se non con il trasferimento coatto in altre zone.
L’uomo con la costruzione dei terrazzamenti e delle opere connesse aveva cambiato una volta per tutte le sorti del territorio.
Questo è stato il peccato originale che ha provocato la caduta, non dell’uomo bensì del territorio destinato ad ospitarlo. I muri a secco infatti, di recente entrati a far parte nel Patrimonio dell’Unesco, svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle alluvioni (valanghe sulle Alpi) e nel combattere l’erosione del territorio mettendo un freno alla fragilità dei versanti, arginando l’espansione del bosco ed in sostanza per prevenire il dissesto idrogeologico.
I muri a secco sono il primo passo per evitare che la montagna frani sulla città! In sostanza non si può più tornare indietro, se si vuole salvaguardare la propria vita in queste zone è necessario salvaguardare il territorio, in primis mantenendo i terrazzamenti.