E' la roccia affiorante in tutto il settore costiero da Chiavari a Genova e ha mille sfaccettature a seconda della zona e della faglia da cui sono state estratte. Le più belle sono quelle giallastre e color nocciola, caratteristiche di alcune zone del Monte di Portofino. Si lavorano abbastanza bene e di solito si riescono ad "abbassare" approfittando del fatto che sono formate da strati. In alcune zone sono più irregolari, con una notevole presenza di calcite (come quella che noi chiamiamo pietra nera di Rapallo). I calcari marnosi sono grigiastri, spesso e volentieri sono sottili: il muro "sale" poco alla volta, ma le pietre si sovrappongono bene una sull'altra. E' facile trovare delle vere e proprie chiavi (pietre lunghe che dalla facciata attraversano buona parte della massicciata). Di solito non facili da lavorare sono invece le argilliti nere o nerastre. In esse è comune trovare tracce fossili di Helminthoidea labyrintica.
Pista formata da anse regolari ad andamento parallelo. L'animale si spostava sul sedimento in cerca di nutrimento sfruttando in modo ottimale la superficie disponibile ed evitando i punti già esplorati.
Siamo sulla via Romana, sopra Santa Margherita Ligure. Si tratta di calcareniti e marne calcaree del Monte Antola.
La pregiata pietra di Carniglia raramente è usata per la muratura a secco. Si tratta di un'arenaria scura e molto uniforme tipica dell’Alta Val di Taro, estratta ancora in qualche cava tra Santa Maria del Taro e Bedonia e molto amata dagli scalpellini per la sua lavorabilità. A Bedonia abbiamo avuto al piacere di realizzare un grosso muro tutto in pietra di Carniglia.